“Madame Bovary” – di Gustave Flaubert

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“Madame Bovary” è un romanzo di Gustave Flaubert apparso per la prima volta a puntate nel 1856 e pubblicato per la prima volta l’anno successivo in due volumi. La sua protagonista, Emma, è diventata simbolo della noia coniugale, dell’incontentabilità e dell’adulterio. Ma naturalmente c’è molto più di questo.

Cos’è Madame Bovary

Il primo personaggio che conosciamo è Charles Bovary, ancora tra i banchi di scuola. L’autore ce lo disegna, nel suo percorso formativo ed esistenziale, come una persona abbastanza piatta, con poca verve. Eppure è in grado di innamorarsi di Emma, di desiderarla prima di diventare vedovo e infine di sceglierla.

Flaubert non dà troppo addosso a questo personaggio, anzi direbbe che abbia una certa simpatia (o compassione?) per lui. Possiamo immaginare quanto sia noioso solo attraverso i pensieri di Emma, che si è nutrita di libri e vorrebbe vivere un amore più coinvolgente. Vladimir Nabokov in “Lezioni di letteratura” (1980) ci fa notare come lei sia una cattiva lettrice e che nei libri cerchi soltanto identificazione.

“Lei non confessò la sua passione per un altro, lui non disse che l’aveva dimenticata.”

Nella sua noia, madame Bovary è vulnerabile. Si ritrova così a vivere un amore platonico con Leon e a venire sedotta da Rodolphe. La sua mente corre e si trova a fantasticare anche su un cantante d’opera e qualsiasi uomo susciti la sua stima. Nel suo perseguimento del piacere si ritrova coperta di debiti e questo la porterà alla rovina.

Punti di forza

La narrazione di Flaubert è stranamente visiva. Non c’è un momento di noia, dal mio punto di vista. Nabokov parla di tecnica del contrappunto: fare in modo che le voci dei personaggi si rincorrano e si intreccino a qualcos’altro che accade in contemporanea. Molto simbolica è la scena del comizio, in cui la voce del politico si alterna al corteggiamento di Rodolphe a Emma. Si dice anche che questa tecnica abbia profondamente influenzato James Joyce.

Ho trovato il romanzo estremamente moderno e introspettivo. Le parabole di ogni amore sono realistiche e crude: troviamo il pudore, troviamo il calcolo, troviamo l’entusiasmo, infine la noia nel cadere in alcune dinamiche di coppia.

“Nulla era mutato intorno a loro, eppure per lei era accaduto qualcosa di più importante che se si fossero spostate le montagne”.

È molto d’impatto la scena in cui viene consumato un amore in calesse, ma noi lo intuiamo solo perché questo calesse continua a girare e ogni volta che prova a fermarsi arriva una voce a gridargli di continuare… L’ho trovata una tecnica molto cinematografica: tutti sappiamo cosa sta succedendo dentro il calesse, non c’è bisogno di mostrarcelo. Nabokov descrive questo passaggio come punto in cui l’adulterio di Emma si mostra nella sua volgarità e va anche a sporcare quell’aura platonica con cui era iniziato l’amore con Léon.

Però però però…

Non riesco a trovare punti deboli in “Madame Bovary”.

Nabokov osserva alcuni passaggi poco credibili (un marito che non si accorge delle assenze notturne della moglie? Un vetturino che non capisce perché debba continuare a girare in tondo?), Ma sono d’accordo con lui che questo non lede la perfezione del romanzo. L’attenzione alla psicologia dei personaggi è troppo accurata e vera per non oscurare qualsiasi altro difetto.

“Perché era così che avrebbero voluto essere stati, ed entrambi si costruivano un ideale su cui ora aggiustavano la loro vita passata. Del resto, la parola è un laminatoio che sempre affina i sentimenti”

Ho scelto di rileggere questo romanzo (in audiolibro gratuito su Youtube) perché sto partecipando alla #sfidadeiclassici2021 di Lostinaclassicworld.

Cristina Mosca