“Sanguina ancora” di Paolo Nori (Mondadori)

“Sanguina ancora” di Paolo Nori, Mondadori 2021

Lo chiama romanzo, Paolo Nori, il suo “Sanguina ancora”, pubblicato da Mondadori nel 2021 e finalista al Premio Campiello nello stesso anno. Probabilmente assomiglia più a un saggio per i contenuti, ma si avvicina alla fiction per lo stile.

Era un po’ che spiavo questo titolo su Audible, quasi di soppiatto, poi quando è stato scelto dal gruppo Facebook Leggo Letteratura Contemporanea come condivisa di marzo mi sono lanciata.

Cos’è “Sanguina ancora”

In “Sanguina ancora” Paolo Nori indossa i suoi panni di docente universitario di letteratura russa e spalanca una finestra sulla letteratura russa dell’Ottocento in maniera coinvolgente e originale. Il filo conduttore è Fëdor Dostoevskij: la sua vita, il suo stile, le sue scelte, le sue opere. Da lì si diramano i fili paralleli del panorama culturale circostante, coevo e non: la nascita della letteratura in lingua russa con Alexander Puskin; la competizione tra quest’ultimo e Nikolai Gogol; la capacità di Dostoevskij di compenetrare la psicologia dei suoi personaggi e di sviscerarne il male.

Punti di forza

Il racconto di Paolo Nori è appassionato e trascinante. Strappa risate e magoni a seconda dell’argomento; parla del suo matrimonio, poi dell’incontro tra Dostoevskij e la sua seconda moglie; poi di sua madre; poi della condizione di orfano dell’autore russo. Procede linearmente e allo stesso tempo riesce a essere tentacolare, con associazioni mentali, aneddoti, episodi. Senza essere mai noioso.

Però, però, però…

Paolo Nori è come le Superga: o lo si ama o lo si odia. È la mia prima esperienza in full immersion con questo autore: di lui avevo letto solo alcuni stralci. Mano a mano che lo ascoltavo in Audible cresceva in me la consapevolezza che se avessi avuto il testo davanti lo avrei trovato snervante. L’autore divaga continuamente, si spende in digressioni, interferenze, inferenze, collegamenti con la sua vita privata.

“(…) No, io adesso guarisco. E nei confronti dei Russi, e della paura che fanno i Russi, e della presunta stupidità e cattiveria dei Russi, e della presunta noia e pesantezza della letteratura Russa, io, lo so fin da quel giorno che ho letto “Delitto e castigo” e mi si è aperta la piaga che ho qui, sotto la gabbia toracica, io lo so che non sono cattivi, io lo so, che non sono noiosi, io lo so, che fan bene, io lo so, che la Russia, i Russi, la letteratura russa, meno male che ci sono.”

Aver usufruito di “Sanguina ancora” con la modalità dell’ascolto, per di più con la voce dell’autore stesso, mi ha permesso di farmi sentire a una sorta di conferenza e mi ha fatto immaginare lezioni molto coinvolgenti. Vi avviso che bisogna superare l’impatto iniziale dell’inflessione di Paolo Nori e del suo modo di leggere, che spesso termina le frasi con tono bassissimo.

“Sanguina ancora” mi ha lasciato una gran voglia di conoscere meglio le opere di cui parla, e mi sono sentita meno sola quando ho saputo che anche l’autore, come me, preferisce “L’idiota” a “Memorie dal sottosuolo”. Ho scaricato “Povera gente” e sicuramente leggerò “Le anime morte” di Gogol. Insomma, ho creduto ingenuamente che questo libro sarebbe stato un punto di arrivo e invece per me è stato un punto di partenza.

Cristina Mosca