“Menzogna e sortilegio” di Elsa Morante (Einaudi)

“Menzogna e sortilegio” di Elsa Morante, Einaudi 1948

Il 26 marzo si è conclusa la lettura condivisa dedicata a “Menzogna e sortilegio” di Elsa Morante (Einaudi 1948, Premio Viareggio) dalla blogger RaccontareRosi.

Un libro di oltre 700 pagine, 40 ore di ascolto su Audible, cinque protagonisti e almeno altri cinque personaggi a latere. Un romanzo pieno di analessi e anticipazioni, da cui sono stata incuriosita sin dalla lettura di “Un’amicizia” (Silvia Avallone cita più volte “Menzogna e sortilegio”; inoltre, una delle due protagoniste porta il nome di Elisa in omaggio alla voce narrante).

Un lavoraccio, insomma.

Ho ascoltato “Menzogna e sortilegio” in Audible, nella bellissima interpretazione di Iaia Forte e l’introduzione scritta e letta da Donatella Di Pietrantonio.

Cos’è “Menzogna e sortilegio”

La voce narrante di “Menzogna e sortilegio” vive da reclusa e racconta dettagliatamente la storia infelice della sua famiglia. La narrazione parte dagli avi e scende, mano a mano, verso il passato dei suoi genitori e il suo presente. Si può anche sapere il suo futuro… se si ricomincia da capo.

“Ella era, a quanto pare, di quegli innamorati che talora, dovendo scegliere fra la separazione e l’inferno, scelgono quest’ultimo.”

La storia dei protagonisti Elisa, Anna, Francesco, Edoardo e Rosaria inizia nell’Italia del Mezzogiorno alla fine dell’Ottocento, ma anche prima, visto che vengono raccontate, a loro volta, le storie dei loro genitori.

(Tutti e sei, uno per uno)

(Capite che lavoraccio?).

Il racconto prosegue con le vicende delle persone che li hanno amati, quelle che li hanno ostacolati e quelle che li hanno aiutati. Vengono raccontate storie di grandi passioni, grandi rinunce, ossessioni e, come fa notare Donatella Di Pietrantonio nell’introduzione, relazioni tossiche, del tutto contemporanee.

Punti di debolezza

“Menzogna e sortilegio”, si sarà intuito, non mi ha totalmente avvinta. Ho trovato lo stile molto complesso e arcaico, aulico quasi quanto in “L’isola di Arturo”, dove infatti mi ha tenuta lontana, e meno concentrato sull’azione rispetto a “La Storia”, che invece ho amato anche da ragazza.

“Ma la più singolare, la più preziosa delle sue grazie era l’ambiguità, senza la quale nulla piace. L’ambiguità, che è sostanza dei sogni e degli dèi, scrittura dei profeti e fra i mortali espressione degli animali più leggiadri, delle arti più sottili e dolce, barbarico ritornello della natura.”

In “Menzogna e sortilegio” si parla dell’ossessione (il sortilegio, appunto) di tre persone nei confronti di un unico uomo. Anzi, di più: queste tre persone sembrano infestate dal personaggio e fanno cose inquietanti. La loro salute mentale viene meno, si impregna di penombra, scivola gradatamente nell’oscurità.

Le ultime due parti del romanzo portano un carico emotivo notevole, forse sproporzionato rispetto all’intero libro, ma chiaramente figlio di tutta la preparazione precedente.

Però, però, però…

Ascoltando la storia di Elisa viene da pensare alle costellazioni famigliari e ai traumi insoluti che ricorrono di generazione in generazione. In questo senso è una narrazione moderna.

“Si sarebbe detto, insomma, che la mente di zia Concetta fosse una stanza devastata, dond’ella raccoglieva i tragici oggetti famigliari senz’ordine o coerenza alcuna”

Una volta superate la magniloquenza e lo stile abbondantemente retorico di Elsa Morante, che oggi sento sorpassato, ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi. L’autrice impiega talmente tanta cura a disegnarne ogni sfaccettatura caratteriale e piega del viso, che fa venire in mente un centrino fatto all’uncinetto.

Sicuramente il percorso proposto da questo libro è impegnativo, ma è anche un’immersione in un universo linguistico e psicologico molto affascinante.

La curiosità

In passato abbiamo recensito il romanzo biografico “Elsa” di Angela Bubba e ormai non riusciamo più a separarcene. Da qui è possibile scoprire che prima di approdare a “Menzogna e sortilegio” i titoli pensati erano stati tanti: “La fenice”, “Il corvo”, “Diamante e rubino”, “La crudeltà”, “L’istrione”, “Il coro tace”, “L’immaginaria”.

Cristina Mosca